In questa epoca storica, l'ignoranza che avvolge molte nozioni basilari dell'ambito spirituale e religioso, consente troppo sovente la costruzione di false informazioni che diventano poi largamente diffuse contribuendo a confondere e dividere gli esseri umani. (tale e' in fatti il loro fine)
Per questa ragione ho deciso di scrivere queste poche righe sulla vera nozione di Jihad.
Possa scendere la "maledizione" di Dio su coloro che diffondono l'idea che la "piccola" Jihad sia una battaglia che il mussulmano possa combattere uccidendo esseri inermi, distruggendo famiglie, luoghi, piante e animali in nome dell'Islam. Possa Allah curare il dolore che essi creano e mostrarglielo nel corpo e nell'anima il giorno del Giudizio e infine perdonarli.
Si trasmette nella tradizione Islamica un detto del Profeta (S.A.A.W.S) pronunciato dal ritorno da una spedizione di guerra: " Siamo tornati dalla piccola guerra santa alla grande guerra santa" su cui si fonda una concezione fondamentale per l'intera dottrina islamica, la cui relazione con la pace è molto ben spiegata da Jalal ud Din Rumi nel 31 capitolo del "Libro delle profondità interiori" e dagli scritti dello Sheik Abdel Wahed Yahiasul simbolismo della croce.
Rumi: "I profeti e i santi non compiono forse grandi sforzi? Il loro loro primo sforzo è uccidere la loro anima concupiscente e rinunciare ai desideri: ecco la grande guerra santa (Jihad akbar).
Sheik Yahia : "....L'applicazione sociale ed esteriore della (Jihad) è soltanto secondaria, e quel che lo fà chiaramente vedere è il fatto che essa costituisce unicamente la "piccola guerra santa", mentre la "grande guerra santa" è di carattere puramente interiore e spirituale.
Si puo dire che la ragione d'essere essenziale della guerra ( intesa in senso legittimo e tradizionale), da qualsiasi punto di vista e in qualsiasi ambito la si consideri, è quella di fare cessare un disordine e di ristabilire la pace e l'ordine.
La "grande guerra santa" è la lotta dell'uomo contro i nemici che egli porta in sè, ovverosia contro tutti gli elementi che, in lui, sono contrari all'ordine e all'unità.
L'uomo deve, prima di ogni altra cosa e costantemente, tendere a realizzare l'unità in se stesso, in tutto ciò che lo costituisce, secondo tutte le modalità della sua umanità: unità nel pensiero, unità nell'azione, e pure, che è la cosa forse più difficile unità tra pensiero e azione".
Da questi scritti e' possibile comprendere come in verita' nell'Islam non si possa effetuare la "piccola Jihad" senza contemporaneamente fare la "grande Jihad", il che significa essenzialmente "non poter fare agli altri cio che non vorremmo fosse fatto a noi stessi" e/o "fare agli altri cio che vorremmo ci venisse fatto."
Solo dei "demoni" possono sostenere e operare contro questa verita' spirituale.
Per concludere:
L'unità dell'intenzione e la costante tendenza verso un centro interiore immutabile ( nel quale si trova la vera pace) sono rappresentate simbolicamente nell'Islam dall'orientamento rituale della preghiera . (Qibla) In cio si trova anche il significato profondo del Pellegrinaggio alla Mecca.